Roma, stadio Olimpico, 9 giugno 1990. L’Italia affronta l’Austria, è la prima giornata dei campionati del mondo che si disputano in Italia. La squadra, attrezzata per vincere il torneo, batte contro il muro degli austriaci per gran parte della gara. Al 75’ Azeglio Vicini, ct di quell’Italia, chiama Totò Schillaci, seduto in panchina. «Entra e segna», gli dice. Schillaci si sfila la tuta ed entra in campo. Tre minuti dopo sbuca tra due avversari alti due metri, segna, sgrana gli occhi e diventa l’icona di quel Mondiale che l’Italia non vincerà (sarà terza), ma che lo incoronerà capocannoniere con 6 reti. Schillaci vincerà anche il Pallone d'oro Adidas quale miglior calciatore della manifestazione e la Scarpa d'oro Adidas in qualità di capocannoniere.
Trent’anni dopo quelle “notti magiche” sono ancora vive. E sono state ricordate questa mattina, a Monopoli (Ba), nel “Cala Corvino Resort” nel corso di una manifestazione sponsorizzata dal Grand’Uff. della Repubblica Italiana, Barone Vitantonio Colucci, fondatore e presidente del Gruppo Plastic-Puglia e organizzata da Giovanni Calì, direttore sportivo della Nazionale del Cuore Attori e Cantanti. All’evento sono intervenuti, in rappresentanza del Comune di Monopoli il presidente del Consiglio Comunale, Luigi Colucci; come ospite speciale la cantante internazionale Paola Mitrache “Haiducii”; il cantautore Mario Fucili dei 78 BIT e l’attore Matteo Pedone. «Ho deciso – ha detto il Barone Colucci – di premiare Totò Schillaci, che ha dimostrato, in quell’estate del 1990, come il sacrificio, l'umiltà e il lavoro siano gli unici elementi che possono consentire di arrivare in alto e conseguire la vittoria, diventando un esempio positivo soprattutto per i giovani».
Nel corso dell’evento sono stati mostrati i videomessaggi inviati a Schillaci, per l’occasione, da numerosi artisti e presentato il video del brano musicale “Gli anni degli anni”, scritto da Mario Fucili e “rappato” dallo stesso Schillaci. E' stata anche occasione per visionare il trailer della sit-com “Il commissario Spiedone”, ancora una volta interpretata da Matteo Pedone. «Ringrazio tutti ed in particolare il Barone Colucci - ha detto Schillaci al termine della manifestazione - per avermi premiato, per me è stato un vero onore. E' una ulteriore testimonianza di tutto quello che ho fatto per il calcio italiano. Mai avrei pensato che quella convocazione di trent'anni fa avrebbe cambiato la mia vita».
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